Trappeto3

 Il Museo "Trappeto Maratea" è uno straordinario sito di archeologia industriale. E’ riconoscibile nella sua struttura di "trappeto ipogeo" a sviluppo orizzontale (frantoio a corridoio), in piena attività sin dal Medioevo (1300) E' con la capacità di lavoro di una vera e propria fabbrica dell'olio garganico. Questo imponente "trapetum" (32,25m x3,50 x5,50m, più altri locali di circa 40mq), con una "spazialità" propria di luoghi sacri, fatta di penombre e di silenzio, già di valore museale, accogliendo una significativa collezione di strumenti e reperti di pratiche agrosilvopastorali (arnesi, utensili, attrezzature), diventa MUSEO DEI SISTEMI AGRICOLI TRADIZIONALI DEL GARGANO, nel contesto delle storiche agricolture italiane e mediterranee. Sono esposti alla libera fruizione aratri a chiodo, zappe diversificate, falci, falcioni, attrezzature specifiche per la trasformazione dei prodotti: raccontano saperi e tecniche che hanno reso peculiari le produzioni agroalimentari del Gargano. Trappeto11


LA COLLEZIONE. I reperti collezionati raccontano i sistemi agricoli tradizionali del Gargano, conseguenti alla sua natura di Montagna protesa nel Mare Adriatico che presenta quasi tutti i tipi di zone agrarie; da quella degli agrumi e del fico d'india, alla vite, all'olivo al mandorlo, al castagno. Raccontano immani fatiche su una terra carsica (mancanza assoluta di corsi d'acqua), argillosa, ferrigna (terra rossa), ricca di scheletro e arida. Una terra che richiede ripetute lavorazioni (arature, sarchiature) al fine di ottimizzare le acque della pioggia per poter ospitare le fragili colture agrarie. Le conoscenze di base infatti, hanno riguardato in primo luogo le tecniche di lavorazione del terreno. L'orografia montano-collinare ha imposto in molti casi i sistemi cosiddetti "a zappa", con attrezzi diversissimi (vedi collezione) per forma, dimensioni, struttura: ogni zona agraria costruirà i suoi modelli. Si seminano grano e legumi anche a colpi di zappa. L'aratro, quando può arrivarci, è fondamentalmente un "aratro a chiodo": a struttura legnosa, utilizzato fino all'immediato dopoguerra (vedi collezione); solo a partire dagli anni 40/50 del 900 le maestranze locali modellano diversi aratri in ferro a trazione animale con vomere (vedi collezione), per operare in condizioni di forti pendenze nelle quali l'unico animale utilizzabile sarà il mulo.